” Non stupitevi se parlo poco. Io osservo, non mi sfugge (quasi) niente. La macchina fotografica è solo un giocattolo, non so che da grande farò la fotografa. Non mi interessano le beghe degli adulti, le smanie di vittoria e di potere, le presunte perfezioni tecnologiche che si inventeranno. Io esulto dell’esistere, in un mondo tanto pieno di bellezza, all’essere abbracciata e a inseguire le farfalle. Non sono andata via da casa, è stata la casa a lasciarmi. Ma sulla strada dovevo camminare e cercare. Chi mi attraversa gli occhi, capisce. Io, da grande, resterò bambina.”

Sono nata nel 1975 a Bergamo. Dopo la maturità al Liceo Artistico Statale Sperimentale (indirizzo grafico/visivo) della mia città, ho conseguito la qualifica di fotografo professionale al C.F.P. “R. Bauer” di Milano. La mia formazione, all’epoca dell’analogico, si è spesa tra pellicole piane e banco ottico, rullini e macchina fotografica meccanica, sviluppi e stampe in tante ore di camera oscura. La parte tecnica approfondita insieme agli aspetti linguistici e storici di questo potente mezzo di rappresentazione ed espressione, mi hanno impresso il desiderio di cercare nella fotografia un contenuto significativo e di farne un mestiere.

Ho iniziato professionalmente nel 1998 seguendo soprattutto i servizi sui matrimoni. Dopo brevi esperienze nella fotografia pubblicitaria mi sono orientata ad ambiti sulla persona, prediligendo il ritratto e la fotografia che narra ciò che accade, eventi di vario genere, cerimonie e reportage; tutto ciò che può coinvolgere emotivamente protagonisti e osservatori. Ho lavorato tra Bergamo, Pavia e Milano; libera professionista dal 2003, ho continuato il mio percorso anche in ambito editoria e per attività professionali e commerciali, mantenendo la costante sulle cerimonie.

Seguo con particolare attenzione le specificità di ogni incarico che mi viene affidato, anche nell’aspetto della post-produzione, grafica e impaginazione, fotoritocco e video, con l’ausilio di collaboratori dove mi necessita. Adeguandomi alle evoluzioni dell’era digitale e sue molteplici possibilità, prediligo comunque un’ elaborazione creativa che non renda artefatta l’immagine, così come, trent’anni fa e più, lavoravamo all’ingranditore dirigendo a mano il flusso di luce per dare più forza a una zona della foto troppo chiara, o mascherandone una troppo scura, o cambiando la gradazione di contrasto di carta o filtri, o dando una resa flou a un ritratto con fogli di velina ecc.

Osservo da sempre con gli occhi, ma è il mezzo fotografico, che “porta l’attimo all’eternità”, il mio modo personale di relazionarmi al mondo e alla storia. La pratica, il metodo e il perfezionamento hanno mosso la mia ricerca continua; spesso è stata la mia mano in accordo con lo sguardo/intenzione, mente e cuore in sincronia, a trovare la buona fotografia, altre volte è stata la fotografia ad aver colto me, come un dono inaspettato.

Ho fotografato invece di parlare; la fotografia è diventata la mia voce, in un tempo senza tempo che del suo passare non si da troppa pena e del suo restare sarà tesoro di memoria.